Nella sua stanza, vicino alla finestra, Simon cercava una fiamma che riscaldasse i suoi ricordi. Malgrado li sentisse vividi nella sua coscienza, nella memoria diventavano opachi, senza colore, quasi senza un protagonista da riconoscere in se stesso. La sua notte era diventata un candore lieto da poche ore e già la lontananza da quegli sguardi lo rendeva teso, come il violino senza corde del liutaio all'angolo della strada. Assaporava la pipa e il fumo faceva capolino sulla lettera di Fiamma, una lettera ingiallita e accartocciata.
Pose quell'ancora in una bottiglia, come promesso alla dolce ragazza dell'adolescenza, mentre camminava rapito dagli impegni ai quali spesso da ragazzo doveva sottostare. Il lavoro di un cameriere e insieme di un soldato. Una continua incertezza nella foggia del suo cappotto verde scuro, arginato dalla coltre di cianfrusaglie che la madre faceva coltivare dai suoi fratelli. Per dimenticare il tempo decise di farsi amico un suo collega di notti a occhi aperti e di giorni eternamente senza sole.
Paul dormiva, in un angolo della casa, su un'amaca. Stava fermo per ore come fosse rapito da uno spirito antico, addormentato nella pioggia e nel vento, riposando sotto un cielo spaccato del legno torbido del rifugio. A lui non dispiaceva la compagnia di suo fratello, non faceva che allontanare il contenuto di quella bottiglia accantonata per non mentire.
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