Sembrava dicesse sogni notturni, li narrasse come per compiacere l'abisso fino a richiamare la bontà nascosta in quei dialoghi che si scioglievano nella memoria attraverso sguardi. Tra la folla non c'era nessuna donna, neanche un uomo innamorato. Solo la stessa anima, intera, nuovamente. -"Io ti ho creduto, anima mia" sembrava che la sua camminata inimitabile lo ripetesse al suo cuore, indivisibile da lei. Non c'era nessuna morte, non fra di loro.
A essersi dileguati erano i personaggi che facevano da comparse nel paese. La rinuncia dei giorni da trascorrere insieme li fece trasalire, come se attoniti trovassero ancora il tempo per stare lontani. Ma senza indugio, comprimevano la distanza, senza la follia di chi si crede completo senza mai aver provato quello che solo Simon sapeva di poter condividere con lei. A pochi passi dalla pietra quel fiore era ancora lo stesso del primo giorno dai Klein, a distanza di un anno circa, trasparente alle cromie dell'arcobaleno. Lo ascoltavano fiondarsi nel mare, all'orizzonte, lo sentivano come nella conchiglia che lui portava all'orecchio, fino a annullare la vista. Senza vedersi si completavano, incontrandosi si allontanavano dal mondo a ritmo di accordi descritti dal libro della vita. Il loro libro era nelle dita che facevano volare sui fili d'erba, tra la folla che guardava senza capire.
A pochi anni dall'ultima lettera lei poteva ancora apparire come la sua unica anima, la sua unica certezza di un mondo parallelo, così simile da non poter essere disgiunto neanche come scambio con il tesoro che si diceva fosse il segreto del paese. Lui diventava attore di un film che non avrebbe recitato se non per lei, per ritrovarne tra i passi incerti del passato la verità che cercava, nel suo cuore, delle sensazioni innocue e immani della loro gita al faro.
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