Co2

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sabato 7 maggio 2011

Nella stanza della memoria

Sapeva esattamente a quale periodo dell'anno si riferissero quei punti che il suo alter-ego aveva riprodotto. Conosceva il luogo in cui erano riposti i suoi ultimi disegni allontanati dal vortice del fuoco. Oltre a ciò era tutto nuovo e irreale. A cercarlo non vi era che un limo solitario di credenze e antichi proverbi, di missioni e progetti lontani ma riconducibili a respiri. I pensieri facevano i gitani di un fervore richiesto a pochi, perlopiù a coloro che si erano dissolti nella favola di un giorno sognato. La prima sera a casa Klei Simon ormeggiava su un tappeto di fili elastici: temeva di romperli ma doveva restare. 
Nessuno riusciva a unire la sua energia a quella della sua arte, ancora inespressa, della duttilità. Un mondo sommerso risuonava nelle sue orecchie. Era la conchiglia del nonno che ancora sostava sulla scrivania, a dare senso al passato frenetico e avventuriero dei suoi avi. Pochi consigli, poche speranze, ma una coinquilina del solfeggio che lo salutava la mattina senza sedurlo. Intuiva a stento il suo segreto: era prigioniera o regina? In ogni caso era là, dritta, ferma, solitaria come lui. 

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