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sabato 7 maggio 2011

Riapparire all'improvviso

Sembrava impossibile che quello nella sua memoria fosse proprio la stessa persona che dieci anni prima aveva scaraventato la lettera sul pavimento. Eppure in quella scatola di latta c'era davvero il resoconto dettagliato di altri cinque o sei anni di autoinganno, di ipocrisia o di illusioni. In realtà non ci pensava da un bel po' di tempo, la colpa era certamente dei medicinali per la tosse e del sole che con l'imbrunire mirava dritto in faccia. Eppure quell'inquietudine era la stessa, sarà che qualche giorno prima, ormai forse un mese o due, gli era sembrato di vederlo sul treno, e che poi nell'albergo ne aveva sentito la presenza. O era una reincarnazione di qualche sciamano o era un caso assolutamente assurdo e imprevedibile. Lo stesso giorno Jenny lo aveva chiamato, dicendo che quel qualcuno lo cercava a casa. A casa? Dopo tanto tempo? Ma non era in Egitto a raccogliere reperti? Eppure sentiva che la scintilla palpitava ancora nel favo del passato: la categoria passato afferiva a qualunque azione del presente veniva compiuta da quell'entità. Perfettamente in linea con la teoria, di inconsapevole applicazione, tipica delle filosofie orientali.

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