Dopo pochi attimi di riflessione Simon si accorse della distanza che lo divideva da quell'uomo. Non era soltanto alla fine della sala, dopo altri tavolini e altre donne inavvicinabili, ma anche in un'altra dimensione che non sapeva come raggiungere. La sua non era paura, bensì profondo rispetto per un lineamento di vita che non riusciva a penetrare nella quotidianità. Completamente assente, la donna dal guanto giallo scuro che non aveva degnato di attenzione, si avvicinò sussurrando qualcosa in un'altra lingua, francese forse, o in un dialetto locale. La sua euforia si acquietò. Si scontrò con gli occhi di quella Kate che gli si presentò come un ostacolo alla sua missione. Kate non era da sola a scontrarsi con il suo mondo, non era affidabile, non era quella persona e soprattutto non era Jenny.
- Lei ha perso il suo guanto.
Simon si trovò a parlarle, ma pensava di star fissando l'immagine dell'uomo ignoto riflessa nel grande specchio che inglobava i clienti del pub. Il viso della donna era completamente ricoperto di trucco, completamente mascherato. Lei lo fissò e sorrise, come se avesse previsto ogni sua mossa. Delle donne amava la loro imprevedibilità, ma non capiva perché lo cercassero, proprio lui che non cercava niente al di là dell'arte. Forse era una modella di quell'uomo tenebroso e così simile al suo sogno. Ora gli avrebbe chiesto si sedersi con loro, o di dove fosse, che cosa facesse là, o semplicemente di offrirle da bere. Troppe opzioni, troppi inganni.
Nessun commento:
Posta un commento