Un presagio iniziava a tormentare il suo sostare: era dominato dalla natura o avrebbe potuto essere suo amico, crescere con lei e fare della sua vita una vita buona, al sicuro da ogni tentazione e da ogni futilità? La prima sua vera mica, Jenny, era davvero esistita o era un sogno sbagliato dell'infanzia artificiale in cui lui, come la maggior parte delle persone, era immerso? La risposta era alla fine di quel sentiero. La risposta non esisteva allo stesso modo di quel masso che lo aveva reso come invincibile. Aveva vissuto come un solitario, è vero, tra la gente solitaria come lui, mentre ora, in quella via fatta da uomini semplici, era un uomo intero. La risposta era nella terra o nel cielo, nella forma delle nuvole o negli amici che aveva lasciato nel suo paese, o in nessuno di quei luoghi, fisici e mentali che aveva conosciuto fino a quel momento? Una mano magica distingueva tra le paure e i sogni, tra i pensieri vacui e le notti della memoria. ancora quella sorta di miracolo, ancora quell'insolenza della natura, quell'assiduo occuparsi di lui, parte dell'equilibrio. A cercare di fermarlo neanche un tasto sul computer, neanche una folata di vento mista a smog che lo facesse inquietare.
In una dimensione sovraumana di piacere e come volesse chiedere scusa a Dio, iniziò a correre, come faceva da bambino, fiondandosi verso il mare, verso la meta ormai quasi inutile della città.
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