Poteva sentire il profumo della ginestra, la rima che gli uccelli intessevano con le cicale, nulla era più fondamentale, nulla era nostalgico.
In questo spazio tra me e il mondo c'è il mio romanzo fiume. Crescerà con me e con gli appassionati del tempo: che non ci travolga ma ci permetta di riempirlo di sostanza e di fantasia. Buona lettura. P.s.: si legge al contrario, da Simbiosi verso l'alto.
Co2
sabato 7 maggio 2011
Vento di parole
Il viottolo si immergeva in una costellazione di fiori che facevano tutt'uno con l'orizzonte. Simon era ancora solo, una guida di se stesso, un po' malandata, che si apriva la strada verso la città. Nella realtà che andava scoprendo con quei passi rincorreva i suoni della palude, finalmente immerso in un unicum, tormentato ma silenzioso, con la natura. A sviarlo dalla sua leggera allegria erano le preoccupazioni di un viandante, sconosciuto probabilmente alla maggior parte delle persone. Ma la verità era là, a pochi passi dal fiume, oltre il ponte di faggio, oltre le capanne dei pastori. Avrebbe potuto fermarsi a dirigere il pensiero delle farfalle, dei grilli, a domandare alle foglie di inneggiare qualche fata e aspettare che il giorno trascorresse come una corrente marina. Si fermò qualche istante appoggiandosi su un masso. Tastò la superficie liscia e ne apprezzò il muschio che si inerpicava a mimetizzare la perfezione della pietra. Il suo nord era ormai solo un segnale per le greggi, bussola per il pastore, in quella campagna senza strade e senza nome.
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