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domenica 8 maggio 2011

Sassi

Le parole sono parte continua di un nucleo vitale. La lettura di Simon era una cornice al flusso di pensiero che era in ogni ramoscello caduto sul prato, di ogni filo d'erba, di ogni fiore selvatico. La paura del futuro era scomparsa. Il futuro, nel cuore pulsante della terra, non era che il fluire di un equilibrio. In quel posto che gli era apparso sperduto c'era tutto il desiderabile e anche quello che nessuno avrebbe mai sognato di volere per sé. Nessuna traccia di malvagità, solo la logica della preda e del predatore, la logica della sopravvivenza e della riproduzione. Nessun peccato, nessun fraintendimento. La campagna era un teatro di felicità. Se tutti avessero smesso di desiderare quello che non dà alcuna gioia, come il denaro, le ricchezze materiali, se ciascuno avesse pensato solo alla condivisione della felicità sarebbe pace, sarebbe gioia. Nessuno partirebbe per allontanarsi, nessuno resterebbe solo. In natura gli animali collaborano alla difesa della propria tribù, difendendosi dalle altre specie. Lui sarebbe stato protetto dai suoi familiari, se non avesse incontrato il dolore della malvagità. I suoi pensieri vagavano liberi, in un albero di conseguenze logiche che erano vere, chiare, come se fossero da sempre parte dell'universo e lo stessero aspettando su quel sasso gigante.

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